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Trento, 31 marzo 2010
“Un museo dell’architettura alpina all’ex Bailo di Pieve Tesino:
quanto ci mette la Provincia?”

Interrogazione a risposta scritta presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Avrebbe dovuto ospitare i primi turisti per le vacanze di Natale del 2010, ma i turisti che vedrà, chissà fra quanti anni, non avranno possibilità di dormirci o di trascorrervi le vacanze, poiché la destinazione dello stabilimento ex-Bailo di Pieve Tesino, a quanto pubblicato dalla stampa, non sarà più quella alberghiera bensì quella museale. Un museo tutto nuovo, ideato anche con la collaborazione del Museo di Scienze Naturali, dedicato all’architettura alpina, con percorsi e giochi didattici. Evidentemente sono mutate le strategie di sviluppo del progetto “Montagna Lagorai” e la valanga di denaro pubblico che è stata riversata sul Tesino probabilmente verrà in parte impiegata in modo diverso da quello che era stato inizialmente prefigurato. Ma senza voler entrare nel merito complessivo della vicenda, sarebbe interessante capire come si possa immaginare una mutazione così radicale di una destinazione d’uso. Eppoi per farne un museo là dove difficilmente il numero dei potenziali utenti può garantire quei flussi di visitatori in grado di assicurare una copertura dei costi di investimento e delle spese correnti. Insomma, si sa che i musei sono economicamente in perdita ovunque, salvo le meritorie eccezioni e pur considerando che le perdite possono essere normalmente appianate dall’ente pubblico vista la natura altamente sociale del loro ruolo. Considerata la ricca presenza di musei ed ecomusei nel territorio provinciale/regionale è normale chiedersi se sia opportuno istituire un nuovo polo, in un tema che può/potrebbe essere già coperto da altri soggetti. E se la Provincia sosterrà la costruzione e la gestione anche di questa nuova opera.

Ciò premesso

si interroga la Giunta provinciale per sapere

1. se è a conoscenza del cambio di destinazione d’uso dell’immobile ex-Bailo e se sono stati dati dei contributi pubblici per la sua acquisizione;

2. se condivide l’opportunità di realizzare un nuovo museo all’interno dell’immobile citato;

3. in quali termini intenda partecipare alla realizzazione ed alla successiva gestione del museo, in particolare come la Provincia considererà il nuovo museo nell’ambito della vigente legge sulla cultura ed in rapporto con gli altri musei/ecomusei e con le istituzioni culturali;

4. quanti visitatori sono previsti dal “business plan” per garantire la copertura dei costi di gestione e come la società proponente intende convogliare sulla nuova struttura un numero adeguato di visitatori tale da assicurare la sopravvivenza del polo culturale.

Cons. prov. Roberto Bombarda

     

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